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07 Mar
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INTERPRETAZIONE COENERGIA EFFETTI DAZI DOGANALI MODULI, CELLE E WAFER ORIGINE CINA

mar 07, 2013
La presente è redatta ai fini di dare maggiore chiarezza, per quanto possibile, in merito alla pubblicazione avvenuta in data di ieri 05/03/13 su Gazzetta Ufficiale Unione Europea in merito all’introduzione della tracciabilità delle importazioni dalla Cina di moduli, celle o wafer di origine cinese, con decorrenza 06/03/2013.


La Storia (breve)

In seguito all’indagine antidumping promossa da EUProsun (Solarworld) la comunità Europea ha deciso che entro il 6 Giugno 2013 prenderà una decisione in merito alla possibile introduzione di dazi sui moduli, celle, wafer di origine cinese. EUProsun ha sostenuto che i prezzi bassi dei moduli cinesi fossero frutto di sovvenzioni irregolari del governo cinese con vendite effettive sottocosto al fine di eliminare progressivamente i produttori europei di moduli e celle, per raggiungere il monopolio del mercato.
L’Unione Europea ha accertato in fase d’indagine che i costi del materiale cinese erano superiori ai prezzi di vendita dello stesso all’interno dell’UE. Da qui la decisione di proseguire ed approfondire l’indagine.


La Normativa

Il nuovo regolamento ufficiale N.182/2013 (allegato) prevede la tracciabilità di tutti i moduli, celle, wafer di origine cinese importate all’interno dell’UE a decorrere dal 06/03/2013. Tutti gli spedizionieri, addetti alle operazioni d’importazione, dovranno in fase di immissione merce nel mercato UE comunicare copia bolletta doganale alla stessa UE da tenere agli atti per successiva verifica. Vista la norma, tutti gli spedizionieri hanno diritto di chiedere pagamento o rilascio fideiussione cauzionale da parte del soggetto importatore per un valore fino al 70% del controvalore CIF merce (ovvero prezzo della merce) al fine di tutelarsi in caso di applicazione dazi doganali in modo retroattivo, fino ai 90 giorni antecedenti la decisione finale sull’imposizione di dazi sul materiale fotovoltaico di origine cinese, decisione che sarà presa il 6 Giugno 2013.


Applicazione nella realtà della normativa – effetti sui soggetti

Dal punto di vista pratico, tutti coloro che effettueranno operazioni doganali con immissione di materiale fotovoltaico cinese all’interno dell’Unione Europea a partire dal 6 Marzo 2013, dovranno rilasciare a prima richiesta fideiussione allo spedizioniere fino al 70% del valore merce, fideiussione valida a tutto il 6 Giugno 2013 data in cui sapremo con certezza se saranno applicati dazi e in che entità.
Questa operazione renderà impossibile alcun sdoganamento di moduli cinesi a partire da oggi, per 2 semplici motivi:
1) Difficilmente un soggetto importatore avrà una capacità finanziaria tale da permettersi di lasciare a garanzia somme di denaro ingenti per 3 mesi. Esemplificando, se un importatore acquista 3MW di moduli fotovoltaici ad un prezzo CIF di 0,50€/W, dovrà pagare immediatamente € 1.500.000,00 e dovrà rilasciare fideiussione a favore dello spedizioniere di € 1.050.000,00.
2) Sicuramente il punto fondamentale della questione sarà che nessun soggetto importatore, sarà disposto ad accollarsi un rischio di perdita di capitale a fronte di un prezzo indefinito. Esemplificando l’importatore che acquisterà i 3MW al prezzo CIF di 0,50€/W e dovrà sborsare € 1,5M euro cash + fideiussione di € 1,05M, potrà rivendere a sua volta il prodotto acquistato ad un prezzo di 0,55€/W sapendo che potrebbe essere applicato in retroattivo un dazio doganale fino al 70% (siamo buoni, in questo esempio utilizzeremo un ipotetico dazio del 30%!), quindi realizzando una perdita futura di 0,10€/W (0,50€/W + dazio 30% 0,15€/W = totale prezzo acquisto 0,65 €/W – prezzo di vendita 0,55€/W = perdita secca 0,10€/W!!!!). Stesso discorso vale per EPC o clienti finali che acquistano moduli direttamente tramite importazione con conseguente stravolgimento del business plan inizialmente redatto con il costo modulo a 0,50 €/W con conseguente aggiornamento del costo moduli nella misura di 0,65€/W.


Effetti immediati sul mercato

Naturalmente non si avranno effetti istantanei sul mercato in quanto diversi produttori dispongono di magazzini fiscali dislocati nei vari porti Europei (Rotterdam, Anversa, Amburgo, La Spezia, ecc.) con merce già sdoganata (ATTENZIONE!!!NON TUTTI HANNO MERCE GIA’ SDOGANATA…quella ancora da sdoganare, anche se arrivata fisicamente prima del 6 marzo, sarà soggetta ai possibili dazi!!!) ed anche distributori ed EPC hanno all’interno dei loro magazzini merce già sdoganata e quindi non soggetta a futuri dazi.
Nei prossimi giorni ci saranno sondaggi tra i vari produttori per comprendere quanta merce GIA’ SDOGANATA è presente sul territorio Europeo per capire che “autonomia” sia possibile avere nella vendita di moduli cinesi ai vecchi prezzi di mercato. Vien da sé che se la merce sarà scarsa si avrà un primo immediato effetto con incremento di prezzi (stima 5%-8%) dei prodotti cinesi già sdoganati. Il mercato subirà un primo contraccolpo con una ricerca spasmodica di moduli cinesi ad un prezzo ancora accettabile (confrontato con i prodotti europei). Dalla prossima settimana pioveranno richieste da tutta Europa per moduli cinesi già sdoganati, pronta consegna.


Effetti sul mercato a breve-medio (3 mesi)

Terminati i prodotti cinesi già sdoganati presenti sul mercato Europeo, nessun produttore né importatore provvederà ad ulteriore sdoganamenti di merce sul mercato, quindi i moduli di origine cinese saranno sempre più difficilmente trovabili. I produttori cinesi a questo punto avranno 2 scelte:
1) Non sdoganare o non fare arrivare più nessun modulo cinese in Europa fino al 6 Giugno 2013.
2) Trovare una “scappatoia” per cercare di continuare nella vendita di moduli cinesi. Questa scappatoia potrebbe essere indirizzata verso una prima direzione nel cercare zone “franche” (Malta, Cipro e Croazia) su cui fare arrivare i moduli via nave per procedere poi all’immissione dalle zone franche all’UE dei moduli cinesi; direzione difficilmente percorribile, visto che tutte le zone franche a loro volta dovranno emettere bolletta doganale all’atto dello sdoganamento merce, comunicando obbligatoriamente l’origine della merce alle dogane di competenza, rientrando così nella tracciabilità del materiale cinese al fine di imposizione dazio retroattivo.
La seconda scappatoia, applicabile ma sub-judice al mercato, sarebbe quella di una “condivisione del rischio” tra produttore (colui che sdogana) e cliente. Esemplificando un produttore potrebbe “scommettere” sull’applicazione di una determinata percentuale di dazio doganale il 6 giugno con effetti retroattivi per tutta la merce sdoganata a tutto il 6 marzo. Quantificando a titolo esemplificativo questa percentuale in un 30% di dazi doganali, il produttore potrebbe proporre al cliente la condivisione di questo rischio, applicando un ricarico sul prezzo di vendita pari alla metà del dazio stimato, ovvero applicando un ricarico del 15%. Nel caso in cui il dazio successivamente deciso dall’UE fosse inferiore al 30% il produttore avrebbe un guadagno (o riduzione perdita) ed il cliente una perdita (o mancato guadagno), nel caso in cui il dazio successivamente deciso dall’UE fosse superiore al 30% il produttore avrebbe una perdita ed il cliente avrebbe un guadagno.
Seguendo questa logica, e presumendo un prezzo standard di acquisto CIF di 0,50€/W da parte del cliente, lo stesso cliente dovrebbe considerare come effettivo prezzo di acquisto non più 0,50€/W ma bensì 0,50€/W + 15% ovvero 0,575€/W. Come sarà evidente a tutti, questo prezzo sarebbe del tutto simile ad un prezzo applicato a materiale Europeo e quindi invoglierebbe sempre di più i clienti ad acquistare materiale Europeo, in virtù del prezzo molto simile e soprattutto in virtù del premio su incentivo riservato al materiale EU.

Dopo questa veloce analisi si può comprendere che si avvicinano momenti duri per i moduli cinesi, che la merce attualmente stoccata nei vari magazzini e già sdoganata si apprezzerà leggermente e che i clienti si orienteranno sempre più su prodotti Europei. Il rovescio della medaglia sarà che parecchi impianti (soprattutto quelli di grosse dimensioni) saranno “congelati” fino al 6 giugno, data in cui tutti noi sapremo l’effettiva entità del dazio applicato sui moduli, celle e wafer di origine cinese. Altra situazione da sottolineare sarà la progressiva diminuita appetibilità dei moduli “made in Italy” visto che tutti i produttori Italiani utilizzano celle di origine cinese a basso costo e da domani saranno obbligati ad utilizzare celle di origine Taiwanese o EU con costi mediamente superiori dai 0,07 ai 0,09€/W rispetto alle celle cinesi.